Come le grandi potenze influenzano la giustizia sportiva Scrive Bettanini

Vi sembrerà strano, ma è una geografia altoatesina quella che abbraccia e cuce insieme queste tre storie diverse: di Sinner, Schwarzer e Frattini. Tutto ricomincia da Jannik – da un clostebol distrattamente massaggiato dal suo team – e la recente richiesta di appello fatta dalla Wada (World Anti-Doping Agency) al Tas (Tribunal Arbitral du Sport). Che ritiene si debba riscontrare un grado di negligenza – per un cucchiaio d’acqua in una piscina olimpionica! – nell’azzurro e nella sua contaminazione involontaria: da qui scatterebbe, in base ad un articolo del Tennis Anti Doping Programme, una squalifica da un massimo di due anni a un minimo della metà.Ma intanto la Wada, secondo “Die Akte China”, realizzato dall’emittente tedesca ARD (in collaborazione con The New York Times), è il “Dark Side of Sport”, per Come è distratta nel caso di positività alla Trimetazidina riscontrata su 23 nuotatori cinesi appena sette mesi prima dei Giochi di Tokyo.
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