Confessione di un tennista malato

Lo confesso: amo il tennis. In maniera viscerale, come un matto, da sempre, anche da quando non era comparso sulla scena Jannik Sinner. Ma come tutti i pazzi di qualcosa, posseggo delle idiosincrasie. Professionalmente, ho avuto modo di seguire da vicino anche molti tornei del grande Slam, su tutti il Roland Garros, da Parigi. Ma parliamo di più di vent’anni fa, quindi non ero io, ma uno quasi come me. Detto ciò, solidarizzando con tutti coloro a cui non fregherà assolutamente nulla (anche se mi pagano a pezzo non a consenso), vorrei parlare di quello che non sopporto del tennis, da malato di tennis, elencandolo in dieci punti.  Essendo diventato un maniaco della fruizione televisiva (su Sky si può vedere tutto, evviva Sky), mi limito a un tipo di osservazione che definirei passiva, cioè dal divano.
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