L’Europa deve costruire la sua fortezza

François Heisbourg, nel suo saggio Un monde sans l’Amérique («Un mondo senza l’America»), riflette su un futuro in cui gli Stati Uniti ridurranno progressivamente il loro impegno e la loro attenzione verso L’Europa, indipendentemente dall’esito delle prossime elezioni presidenziali americane. Heisbourg non è un osservatore qualsiasi. Classe 1949, diplomatico francese di lungo corso, figlio di uno storico lussemburghese, il saggista nella sua vita è stato anche presidente dello Iiss di Londra, il sancta sanctorum del pensiero strategico atlantico. Il suo è il punto di vista di un «cold warrior», cioè di una figura formata nella Prima guerra fredda e abituata a ragionare da europeo sotto l’ombrello difensivo a stelle e strisce. Nel descrivere il futuro, qua e là traspare una certa ansia dell’ignoto, che tuttavia non fa velo alla lucidità dell’analisi.
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