Perché servono i vegani del lavoro

Partiamo da un libro e da uno spettacolo teatrale, che parlano della stessa cosa: il lavoro irregolare, sfruttato e sottopagato, che in Italia interessa circa tre milioni di persone.Il libro si chiama “Questo non è lavoro” (Il Sole 24 ore), scritto da Giampiero Falasca, avvocato esperto di diritto del lavoro e partner di Dla Piper, che in poco più di duecento pagine raccoglie testimonianze e interviste su questo grande bacino che va dal lavoro nero al grigio, passando per innumerevoli sfumature contrattuali. Lo spettacolo invece è “Smart Work”. Scritto da Gianluca Vetromilo e Armando Canzonieri, racconta la vita al cardiopalma di un giovane laureato che (soprav)vive a Milano facendo due lavori, il rider e l’operatore di call center, ma a malapena riesce a pagare l’affitto.È il «lato oscuro» del lavoro, come lo chiama Falasca, su cui le discussioni politiche, i convegni e le lotte sindacali sono state e continuano a essere perlopiù ininfluenti.
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