L’analisi Le tre big sono di un altro pianeta Ma dietro la lotta è apertissima

L’insegnamento maggiore e migliore che Modena deve trarre dalla vittoria di Verona è che se De Cecco e compagni vogliono fare un campionato di spessore devono lasciare i muscoli in sala pesi e usare il cervello. Quello di Massari, ad esempio: misurato nei colpi d’attacco, intelligente nel tenere vive ricezioni difficili, scolastico a muro quando davanti ha l’alunno che fa i capricci maggiori, Keita, cui basta opporre un piano di rimbalzo perfetto anche se non altissimo per farlo tornare dietro la lavagna, a ripassare il mani e fuori. Modena non ha la potenza di Verona, tantomeno quella di Perugia, Trento o Piacenza, e deve abituarsi allora a essere più intelligente delle avversarie, più astuta, anche più maliziosa se serve: le facce cattive di Anzani e Rinaldi sono servite a scomporre la baldanza veronese e potranno tornare utili in altre occasioni.
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