Quotidiano.net di 7 nov 2024

Una madre può togliere la vita ad un bambino dopo avergliela donata | il caso dei neonati sepolti a Traversetolo

“Ho provato a scuoterlo, non respirava e l’ho messo nel giardino.” Questa è una delle frasi agghiaccianti pronunciate da Chiara Petrolini, ventidue anni, con riferimento alla morte del primo dei figli sepolti nel giardino della casa familiare a Traversetolo, in provincia di Parma. Una frase che portato ad indagare la giovane per omicidio volontario pluriaggravato e soppressione di cadavere. Nell’ultimo ventennio, da Anna Maria Franzoni in poi, ci siamo dovuti confrontare con una drammatica consapevolezza: una madre può uccidere i propri figli. Può farlo senza essere qualificata come folle e senza dover scomodare una qualche patologia psichiatrica. Difatti,in questo caso, come in molti altri di infanticidio e figlicidio, non si può parlare di un raptus. Un termine spesso abusato, ma che in psichiatria nemmeno esiste.
Una madre può togliere la vita ad un bambino dopo avergliela donata |  il caso dei neonati sepolti a Traversetolo

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