Juana de Ibarbourou ‘Juana de America’ e la sua poesia sensuale Traduzione di Emilio Coco

Juana de Ibarbourou, nata nel 1895, proclamata “Juana de América” nel Palacio Legislativo di Montevideo nel 1929 e “Mujer de las Américas” nel 1953, formò parte – insieme alle altre tre uruguayane Delmira Agustini, Idea Vilariño, Ida Vitale, alla cilena Gabriela Mistral, all’argentina Alfonsina Storni, alla cubana Dulce María Loynaz e alla portoricana Julia de Burgos – di quell’insieme di donne che fecero grande la poesia di quel continente. Di origini spagnole, ereditò dal padre l’amore per la sua terra natia, la Galizia.Già dalla prima raccolta di versi, Las lenguas de diamante (1919), così come nella prosa El cántaro fresco (1920), la poesia di Ibarbourou si caratterizzò per una diffusa sensualità e una grande sensibilità, per il linguaggio gioioso e accessibile a tutti. A consacrarla definitivamente come nuova e grande voce dell’America latina contribuirono le successive raccolte La rosa de los vientos (1930), Perdida (1950), Azor (1953), Romances del destino (1955), Oro y tormenta (1956), Elegía (1966) e La pasajera (1967).
Juana de Ibarbourou ‘Juana de America’ e la sua poesia sensuale Traduzione di Emilio Coco

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