La sonnacchiosa Emilia-Romagna la contesa umbra e l’ennesimo test su Meloni

Alle elezioni regionali in Emilia-Romagna di 10 anni fa andò a votare appena il 37,71 per cento degli elettori. Un dato significativo del disinteresse dei cittadini. Cinque anni dopo, in epoca Bibbiano, con la Lega che andava ancora forte e i cinque stelle non ancora consegnati alla scissione, votò il 67,67 per cento. E stavolta? La partecipazione elettorale è sempre una chiave interessante per capire che direzione prende il dibattito pubblico. Il gennaio 2020 sembra un’era geologica fa. A stressare la competizione vinta da Stefano Bonaccini, grazie al contributo determinante delle Sardine, fu Matteo Salvini che praticamente si sostituì alla candidata Lucia Borgonzoni. Era lei l’aspirante presidente, ma il leader della Lega monopolizzò la campagna elettorale con una serie di intemerate, la più famosa delle quale fu il «lei spaccia?» recapitato a mezzo citofono al Pilastro (periferia di Bologna) che forse costò la vittoria al centrodestra.
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