Dieci ragazze sfilano in reggiseno a Bologna | ecco perché in Italia è inutile

A Bologna è andata in scena l'imitazione del gesto di ribellione della studentessa di Teheran che si è tolta gli abiti, restando in mutande e reggiseno, per protestare contro il regime iraniano e la polizia morale che impone alle donne di essere obbedienti e velate. Durante il corteo degli studenti mobilitati per il “No Meloni day” Dieci ragazze sono rimaste in reggiseno e alcune in mutande accusando il patriarcato «che ci penalizza costantemente per come siamo e come ci esprimiamo, che ci rende oggetti prive di voci, non solo a scuola ma anche in ambito lavorativo e domestico». Vabbé. Avrebbero potuto giocarsela meglio e spiegare che il loro era un gesto di solidarietà per le ragazze iraniane che lottano per la loro libertà anziché utilizzare una generica formula – il patriarcato – che non ha alcuna aderenza con la realtà Italiana e neanche con la realtà delle società occidentali dove il maschio – per dirla col sociologo Luca Ricolfi – reagisce con violenza contro la donna perché incapace di «accettare la sconfitta».
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