Nevio Scala e la saggezza del contadino

A Lozzo Atesino, dove sono nato, i miei genitori gestivano un’azienda agricola. Al di là del calcio, è stata, ed è rimasta, la mia vita”. Questa è la storia di un contadino galantuomo, prestato al grande calcio. Una vita da mediano, poi da allenatore girovago senza confini, e prima, in mezzo e dopo, la terra, l’olio, le vigne e il vino. “Davanti alla nostra casa c’era un giardino. È diventato un campo da calcio per dieci piccoli lozzesi, fratelli e cugini più di pallone che di sangue. La scuola, la parrocchia, il calcio, la fionda, la pesca nei ruscelli. A Lozzo non c’era altro. Avevo sette anni quando mia madre mi fece indossare per la prima volta la maglia del Milan che sarebbe rimasta, la squadra del cuore”.    Poi accade l’imprevedibile. Dalla vigna e dal campetto di famiglia il viaggio verso una carriera luminosa e senza fine.
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