Skincare la recensione | one-woman-show di Elizabeth Banks per un film sul narcisismo struccato

Austin Peters prende spunto da un'assurda storia vera per un thriller ben costruito ma, forse, un po' troppo sgamato nella svolta finale. In streaming. Bisogna ammettere quanto Skincare, debutto alla regia di Austin Peters, sia un thriller abbastanza sgamato nelle sue svolte e nel suo finale, ampiamente annunciato e prevedibile fin dalle prime scene (e non solo per coloro che hanno dimestichezza, essendoci dei suggerimenti visivi fin troppo chiari). Tuttavia, c'è una sostanza narrativa che funziona, generando un buon meccanismo capace di intrattenere a dovere. Snello e ben compresso in novanta minuti (fondamentale il dono della sintesi!), quello di Peters è, dunque, un'interessante digressione sul tema: la smania dell'apparenza, l'egocentrismo, la società del consumo che genera mostri. Ben costruito, ben girato e, soprattutto, ben .
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