Da avventurieri a migranti | grazie al lessico occidentale chi si muove è diventato criminale

Sbarcando a Niamey il mese di aprile del 2011 la parola ‘migrante’ non faceva parte del lessico locale. Si parlava piuttosto di ‘avventurieri’ oppure più semplicemente di ‘esodanti’. Questo due parole nominavano altrettante visioni del migrante, come gli occidentali lo chiamavano. L’avventuriero è una delle figure tipiche dell’immaginario culturale dell’Africa occidentale perchè andare lontano e di preferenza al mare era come un cammino iniziatico. Il giovane diventava ‘uomo’, avventurandosi verso il totalmente sconosciuto per i Paesi del Sahel, il mare! L’immenso, l’ignoto e cioè la grande sfida.La seconda parola che definiva il migrante era, appunto, ‘esodante’. Una parola evocativa che suona come un esilio scelto, un andare senza conoscere come e se il partente sarebbe tornato.In effetti nel Niger, da tempo, si praticava una migrazione stagionale che a volte si trasformava in definitiva.
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