Giulio Ferroni | La via dell’umanesimo salva la mente e la natura

Non si può dir male di Garibaldi e dei librai, neppure quando ficcano i volumi di Giulio Ferroni nell’hortus absconditus degli scaffali di critica letteraria. Eppure, sia che viaggi nei luoghi dell’Italia di Dante sia che tratti di umanesimo, il professore non parla agli specialisti ma a chiunque voglia interrogare il proprio tempo bussando al passato. Umanesimo è parola talmente mitizzata da risultare vicina e distante, pronunciata fino all’abuso o quasi impronunciabile senza scusarsi (magari con l’apposizione dell’aggettivo digital). Ambiente è altra parola abusata o abusabilissima. La tecnologia sembra divaricare i due vocaboli, ma Ferroni li associa seguendo il loro corso dagli antichi greci all’Intelligenza artificiale per dimostrare come procedano di pari passo. “natura vicina e lontana”, uscito per La nave di Teseo, è il frutto delle sue passeggiate tra i classici della letteratura (da Esiodo a Zanzotto) e i boschi tuscolani dove l’accademico romano, che vive a Monte Porzio Catone, ha amato divagarsi.
Giulio Ferroni |   La via dell’umanesimo salva la mente e la natura

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