A giudicare dalle bombe su Kyiv sembra che Putin non si sia accorto del ritorno di Trump

Dunque, le telefonate che avrebbero cambiato l’aria attorno alla guerra russa all’Ucraina, quella di Trump a Putin, vantata dall’entourage di Trump e recisamente negata da quello di Putin, poi quella indiscutibile e prolissa di Scholz a Putin – che dalla corte del Cremlino è stata puntigliosamente dettagliata, chiamo io o chiami tu: “E’ stato Scholz a chiamare” – avevano ambedue il proposito dichiarato di indurre Putin a rinunciare all’estensione degli attacchi. Trump l’avrebbe fatto addirittura ricordandogli, un piccolo avvertimento, la presenza di forze e armamenti americani in Europa. La replica russa è stata un’intensificazione da record dei bombardamenti sulle città ucraine, fino al ritorno alle cifre a due zeri dei morti ammazzati, ieri, nella notte a Sumy e in pieno giorno a Odessa, dove i feriti sono stati decine.
A giudicare dalle bombe su Kyiv sembra che Putin non si sia accorto del ritorno di Trump

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