Sechi | la strada nazionale e gli scenari marziani

La sinistra che vince le elezioni regionali in Emilia Romagna e in Umbria è una non notizia. Vincere nella fortezza rossa, dove il comunismo ha cambiato abito di scena ma non è mai morto, per la destra era impossibile; così come era logico per i dem riconquistare il potere dove il Pci e i suoi derivati avevano sempre governato dal 1970 fino al 2019, anno in cui la catena progressista s'era spezzata favorendo una vittoria della destra. La notizia è un'altra, surreale: scambiare, come fa Elly Schlein, un risultato logico, senza alcuna sorpresa, come un segno di cambiamento, addirittura «un'alternativa» pronta all'uso. Non è solo una questione di propaganda, è il sistema di pensiero del Pd che scambia regolarmente il voto locale come un trend nazionale. Era già accaduto con le elezioni regionali in Sardegna (perse dalla destra per una gestione kamikaze dei rapporti e candidati nella coalizione) e abbiamo visto com'è andata, la sinistra ha sempre perso dove la partita era realmente aperta (come in Liguria, dove la candidatura forte di Marco Bucci ha rivelato la debolezza di quella di Andrea Orlando) e ha vinto dove non c'era trippa per gatti (in Emilia Romagna e in Umbria).
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