Il dibattito diviso tra minacce globali e cialtronate locali

Il G20 “lulista” s'è chiuso come previsto, grandi dichiarazioni sulla scia dell'utopia progressista, mentre da un'altra parte del mondo la realtà ruggisce: il leader di un paese piccolo, ma con una grande carica rivoluzionaria, Javier Milei, ha ritirato le truppe dell'Argentina dal Libano, quelli che giocano a Risiko in salotto e non hanno mai sentito fischiare un proiettile s'accigliano. Consiglio di prendere un libro di storia e vedere cosa ha combinato Hezbollah a Buenos Aires e dintorni, forse capiranno perché Milei non vede l'ora di lasciare fare a Israele ciò che è giusto. Quello del caballero argentino è un piccolo esempio, ma racconta lo spirito del tempo, la partita grossa si gioca tra il Medio Oriente e il cuore dell'Europa centrale, tra Israele e l'Ucraina. Lo scenario dovrebbe interessare il Parlamento, ma i partitanti sono impegnati a discutere di Giuseppe Valditara (che tra l'altro ha anche ragione), inventarsi super multe d'impronta salviniana che non esistono, immaginare la remuntada della sinistra che è un racconto ridicolo.
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