Nessuno lo sa ma il Pecorino Romano era la barretta energetica degli antichi Romani

Ventisette virgola quattro grammi. Un oncia, l'unità di misura coniata dagli antichi Romani, era – racconta Virgilio – la razione giornaliera fornita con il rancio ai legionari Romani durante le lunghissime campagne belliche, in aggiunta a un tozzo di pane e una zuppa calda di verdure di campo e farro. Il formaggio di pecora era una "barretta energetica" ante litteram, importante fonte di calcio e di proteine (guada la puntata di ABCheese su Gambero Rosso Tv). Nei palazzi imperiali era il protagonista durante i banchetti, e nel nel 50 d.C. scrive così l’agronomo Lucio Giunio Modesto Columella nel suo De re rustica: «Il cacio migliore è quello che è stato fatto col minimo possibile di medicamento». Il trattato di agronomia e zootecnica in dodici volumi, che rappresenta la maggiore fonte di conoscenza circa l'agricoltura romana, fornisce la ricetta (sulla quale si basa quella usata ai giorni nostri) della prima lavorazione del formaggio ottenuto con il latte delle numerose greggi di pecore che viaggiavano con le legioni, durante l'espansione di Roma.
Nessuno lo sa ma il Pecorino Romano era la  barretta energetica  degli antichi Romani

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