I miei birilli di legno | storie e confessioni

Uno di quelli azzurri, Pio, aveva una base un po’ scheggiata e stava in piedi a malapena. Il suo gemello, Lesso, era perfetto, e il capo, quello rosso, Giovannj, lo mettevo sempre al centro: valeva di più, ma mi era antipatico. tuttavia gli volevo bene a tutti.Dialogo tra gli amici:Io: “Che ne pensate delle problematiche di questi tempi? Delle vittorie di Sinner, dello sci, della televisione, degli smartphone e di ‘Uomini e Donne’? Per non parlare di Ucraina, Israele e Palestina!?”Pio: “E chi sarebbe Sinner!? Io non so nemmeno giocare a tennis e neppure sciare!?”Giovanni: “Ma come non lo sai!? È nato a San Candido, dove c’è quella bella pista che Cesare ha fatto, tornando da Lienz (o come la chiamano ‘Lianz’) e quella maledetta seggiovia. Nella categoria ragazzi, fino alle medie, era uno dei migliori italiani, ma poi si è dedicato all’attività agonistica con la racchetta ed è diventato il numero uno!”Lesso: “Le racchette prima erano di legno laccato e non, c’erano le Maxima, e anche le Maxima Torneo, le Dunlop, le Wilson con le corde di budello o di plastica!”Giovanni: “Oggi le fanno di grafite e usano le corde sintetiche, a monofilamento o a multifilamento, e le tirano a 27/28 kg!!”Io: “Ma tu, Giovanni, come fai a saperlo!?”.
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