Il sosia prodotto dalla follia

“Il sosia” di Dostoevskij: La dissociazione dell’io e la discesa nella follia di un impiegato insignificanteNel 1846 appare, sulla scena letteraria, Il sosia di Fedor Dostoevskij, un romanzo breve e tragicomico, destinato a fare la storia per il tema trattato (dissociazione del sé) e la tipologia di narrazione (monologo interiore). Protagonista assoluto del romanzo è il signor Jakov Petrovi? Goljadkin, un modesto e timido impiegato statale del Ministero, una persona essenzialmente insignificante nella macchina burocratica del sistema russo instaurato da Nicola I, e poco descritto, anche fisicamente, dall’autore. Il contesto in cui la storia si dipana è la Russia della prima metà dell’Ottocento, caratterizzata da una burocratizzazione della società a livelli altissimi, tanto che ogni individuo coincide soltanto con il rango a cui appartiene, relegando i piccoli impiegati a macchine destinate a compilare e timbrare scartoffie, annullati nella loro dignità di esseri umani e pervasi da alienazione e insoddisfazione per il proprio lavoro, che essi percepiscono senza valore.
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