Il complicato futuro dei liberaldemocratici italiani

Da alcuni mesi nell’opinione pubblica italiana non si parla più di terzo polo e liberaldemocratici, come se quell’area politica fosse irrimediabilmente scomparsa per sempre dopo il fallimento alle recenti elezioni europee in cui nessuno dei partiti cosiddetti riformisti ha raggiunto la soglia del quattro per cento per avere un seggio al Parlamento Ue. Partiamo dalle certezze: Matteo Renzi e Carlo Calenda non creeranno insieme un partito liberaldemocratico, Italia Viva e Azione non hanno ottenuto percentuali rassicuranti alle recenti elezioni regionali, Luigi Marattin è uscito da Italia Viva per creare una nuova area politica, Orizzonti Liberali, e nel Partito democratico sono rimasti solo alcuni politici a tenere la barra dritta su temi cruciali, come per esempio la guerra in Ucraina: Pina Picierno, Giorgio Gori, Lia Quartapelle, Filippo Sensi e Lorenzo Guerini, per fare qualche nome.
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