All’ombra della Tavole Palatine Un viaggio nel tempo…

«Di innumerevoli testimonianze in forma di lacerti, di gradinate mordicchiate dal tempo, di sepolture, di canalizzazioni, i rimasugli di un imponente tempio del VI secolo a. C., probabilmente dedicato a Hera e conosciuto come il santuario delle Tavole Palatine, restò a futura memoria, la naturale evocazione paradigmatica dell’intera regione di quella fase storica. Un binario di colonne. In origine trentadue. Odiernamente dieci su di un lato. Cinque sull’altro».Ecco la descrizione colta e autorevole che Gabriele Scarcia, critico, storico dell’arte, scrittore e giornalista, fece anni addietro delle imponenti colonne superstiti nel libro “Il tesoro della Basilicata” (La Nave di Teseo) con introduzione di Vittorio Sgarbi. Quelle pagine ripercorrevano un luogo simbolo della Magna Grecia, nella terra di Lucania -regione d’origine di Scarcia- all’esito di studi mirati soprattutto sul versante storico e artistico.
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