Il Brasile del compagno Lula dice sì al crocifisso negli spazi pubblici Sinistra in cortocircuito

C’era una volta il Lula sindacalista, il leader agitatore delle piazze che arringava il popolo contro il sistema. Oggi, il presidente del Brasile si presenta in una veste che lascia perplessi anche i suoi sostenitori più fedeli: quella di un politico che abbraccia simboli religiosi, si rivolge alle chiese e strizza l’occhio a quelle comunità evangeliche che, fino a ieri, guardavano a Jair Bolsonaro come il loro naturale difensore. La recente sentenza della Corte suprema brasiliana, che legittima la presenza di crocifissi e simboli religiosi negli edifici pubblici, è solo l’ultimo atto di un percorso politico che sta ribaltando vecchie certezze.La sentenza della Corte Suprema: simboli religiosi sì, ma culturaliCon un voto che ha già raggiunto la maggioranza prima della conclusione ufficiale del processo, i giudici della Corte Suprema hanno stabilito che i crocifissi non violano i principi di laicità dello Stato brasiliano.
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