Quando la copertina dell' album è un' opera d' arte

Sopracciglia, baffi bruciati e tanta paura: è questo il prezzo pagato dallo stuntman americano Ronnie Rondell per realizzare una delle cover più iconiche di sempre: Wish you were here dei Pink Floyd. Siamo a metà anni Settanta, in California, davanti ai capannoni dei Warner Studios a Burbank. Rondell ha una pellicola protettiva e ignifuga sul viso, ma al momento della prima stretta di mano con l’altro stuntman un colpo di vento devia le fiamme sul suo volto e lui si getta a terra. Viene salvato dagli uomini della sicurezza con coperte e schiumogeni. Rondell è quasi incolume e i Pink Floyd hanno la cover che volevano o meglio quella che avevano commissionato al fotografo e designer inglese Storm Thorgerson, il genio che ha fatto “vedere” la musica come nessun altro, rendendo surreali, a volte indecifrabili, ed eterne le copertine di Led Zeppelin, Genesis, Peter Gabriel e, naturalmente Pink Floyd, incluso l’artwork di The Dark Side Of the Moon.
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