Così la Siria può trasformarsi in un banco di prova per Putin

La Siria rappresenta uno dei teatri principali in cui la Russia ha cercato di affermare il proprio status di grande potenza. L’intervento del 2015, parallelo alle operazioni in Crimea e Donbas, è stato raccontato come una scelta di una super potenza responsabile, in grado di confrontarsi con le minacce globali — nello specifico il terrorismo jihadista, perché l’intervento in Siria a sostegno del sanguinario regime assadista è stato raccontato come una scelta di responsabilità davanti alla consolidazione dello Stato islamico, rappresentando tutta l’opposizione come appartenente al mondo dell’estremismo terrorista. Per questo gli ultimi sviluppi sul terreno evidenziano i limiti di Mosca nel sostenere Bashar al Assad, lasciando spazio a dubbi sulla sua capacità di mantenere il controllo di un alleato strategico in un momento cruciale (e per questo i gruppi che in questi ultimi giorni hanno guadagnato il controllo di diverse aree Siriane sono impegnati anche in un processo di accountability per evitare che la propaganda di Mosca li racconti come brutali jihadisti, usando questo proxy narrativo anche per proteggere le proprie debolezze).
Così la Siria può trasformarsi in un banco di prova per Putin

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