Il declino che si vuole ignorare

E' in corso un processo che non sembra lasciare molti spazi di manovra alle industrie della vecchia Europa, strette come sono fra i costi di un welfare sempre meno sostenibile e i prezzi dell’energia superiori a quelli dei Paesi concorrenti. Senza contare i vincoli imposti da una transizione ambientale e le migliaia di regole burocratiche inventate dai funzionari di Bruxelles.Quando nei primi anni Ottanta lavorai a Bergamo, l’industria del bianco era tra le più importanti della provincia. Dalle fabbriche di Candy, Philco e Zerowatt uscivano lavatrici, lavastoviglie, frigoriferi e congelatori, produzioni che davano lavoro a centinaia di persone. A distanza di tempo, di quelle realtà non esiste più nulla se non, talvolta, i marchi. E però ricordo che più di quarant’anni fa i segni di quel che sarebbe accaduto già si potevano intravedere: l’industria degli elettrodomestici nazionale cominciava a essere aggredita da quelle dei Paesi dell’Est e dai concorrenti asiatici.
Il declino che si vuole ignorare

Panorama.it - Il declino che si vuole ignorare

Leggi su Panorama.it
  • Il declino che si vuole ignorare
  • La fine dell'industria (europea) - in edicola
  • Un segnale d’allarme che l’Europa non può più ignorare
  • ‘Gagarine’, odissea nello spazio delle periferie
    Video declino che