Il trepidante stallo della politica romena in attesa del ballottaggio presidenziale

In Romania non sarà stato il primo turno delle elezioni presidenziali a condizionare le parlamentari di una settimana dopo. Sarà stata la battente campagna denigratoria di chi è arrivato terzo (Marcel Ciolacu e il Partito Socialdemocratico) ai danni della libdem Elena Lasconi di Unione Salvate la Romania (Usr), accusata di aver rubato voti, ma che il riconteggio deciso dalla Corte Costituzionale ha riconfermato al ballottaggio, con un margine persino superiore su Ciolacu (seimila voti in più). Ma sarà stato soprattutto l’affermarsi di tutti i partiti di estrema destra, che hanno eroso punti percentuali sia alle formazioni tradizionali che alle più progressiste.Il partito di Lasconi si è attestato ben sotto la soglia dei sondaggi (12,3 per cento contro il sedici per cento previsto), i liberalconservatori del Pnl al 13,8 (quindici per cento), mentre il Psd, pur se arrivato primo, vede diminuire i consensi di otto punti (ventidue per cento).
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