Le sfide dell’Abi tra tensioni paure e piccoli clan in lotta

Una volta si pensava a una nuova fase della foresta pietrificata. Adesso i giornali, ormai stanchi di esaltare i risultati roboanti delle banche, si danno finalmente da fare per analizzare il futuro e dipingere nuovi scenari. I tempi cambiano per tutti e gli eventi si fanno fibrillanti. E mentre il mercato si surriscalda sotto gli impietosi colpi di coda del super goleador della finanza Andrea Orcel, impegnato in Germania (vedere alla voce Commerzbank) e ora anche in Italia nella partita Unicredit-Banco Bpm per contrastare addirittura l’avanzata francese di Crédit Agricole (quella sì una vera banca straniera, per usare le parole del ministro Matteo Salvini) qualcosa sembra muoversi anche nei meandri di Roma, nell’austero e barocco Palazzo Altieri, sede dell’Associazione bancaria italiana (Abi), la “Confindustria” delle banche italiane.
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