Ventriglia un’assenza che dura da trent’anni

trent’anni fa, il 10 dicembre del 1994, moriva Ferdinando Ventriglia. Forse è stato un bene perché non ha assistito alla sorte riservata al “suo” Banco di Napoli, forse quella sorte sarebbe stata diversa con lui ancora vivo e oggi staremmo parlando di altro. Comunque, un male incurabile decise che era giunto il momento di spegnere la sua luce e una grande ombra cadde sul Mezzogiorno.Erano gli anni dell’avanzata leghista e della Questione Settentrionale che prendeva il posto di quella Meridionale che era venuta così in antipatia al Paese per l’inconcludente e lungo corso che furono in pochi a sollevare il dubbio che si stesse compiendo un grande errore che avremmo pagato a caro prezzo. Cosa che puntualmente avvenne. Il danno era fatto e non era rimediabile.I giovani non conoscono questo banchiere a tutto tondo che per undici anni ha governato una delle più prestigiose istituzioni creditizie del Paese – una volta battente moneta e in gara con il Monte dei Paschi di Siena per il titolo di banca più antica d’Italia – perché sul suo nome è caduto l’oblio che si riserva ai vinti.
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