Dahomey recensione | la memoria è sacra nel film Orso d’Oro 2024 di Mati Diop

La nostra recensione di Dahomey, film vincitore dell’Orso d’Oro alla 74ª Berlinale quest’anno diretto da Mati Diop: si parla di memoria, di colonialismo e dei suoi effetti anche sul contemporaneo e di identità attraverso un documentario tanto essenziale quanto chirurgicoDopo il trionfo alla 74ª Berlinale arriva in sala Dahomey, il docufilm di Mati Diop che parte dalla restituzione da parte della Francia alla Repubblica del Benin di ventisei sculture trafugate durante la colonizzazione del paese alla fine dell’800, per ampliare lo sguardo e parlarci di memoria collettiva e personale, delle ferite lasciate dal colonialismo che riverberano ancora oggi sulla società beninese e di identità. Essenziale nella sua durata (solo 64 minuti) ma allo stesso tempo pervaso di un’urgenza e di una precisione encomiabili, anche se nella prima parte francese indugia un po’ troppo.
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