L’insoddisfazione verso il disumanesimo contemporaneo nei racconti di Ruffinoni

“Penso alla signora Corbetta, al fatto che ognuno di noi, in fin dei conti, non desideri altro che un po’ di amore e un po’ di libertà. I meno ambiziosi, forse, solo un po’ di pace”. Desideri inappagati e irrealizzati, che sfociano nella frustrazione, ma che possono trovare reale compiutezza nell’equilibrio, in una pace che è consapevolezza dello stare nel mondo. Desideri di un “uomo a metà”, di una città anonima e fredda dove l’esperienza della caduta trova anche un nuovo inizio, ideale figura protagonista degli undici racconti di “Desiderio e frustrazione”, raccolta del giovane autore bergamasco Francesco Ruffinoni, impiegato e giornalista pubblicista, laureato in Lettere moderne, appena pubblicata (pp.143, euro 14) per Bolis Edizioni.Undici “piccoli scorci sull’indicibile, racconti sulle crepe dell’esistenza”, undici sguardi in crepe dove trovare tracce, spiega l’autore, “di un desiderio inappagato e irrealizzato, che sfocia nella frustrazione”.
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