Senza di te mi spengo Mi manchi La lettera a papà recluso commuove il carcere

Brescia, 16 dicembre 2024 – “Ciao papà, come stai? Che fai?”. Domande semplici, che non tutti possono rivolgere a un genitore, non quando a separare ci sono le sbarre di una prigione. Durante il Covid, con la sospensione delle visite, c’era la possibilità di una telefonata al giorno. Finita la pandemia è stato tagliato anche quel filo. Resta la chiamata quotidiana solo per minorenni. L’espiazione di una pena è sofferenza anche per chi aspetta fuori. Lo racconta bene la lettera di una figlia, minorenne, di un uomo in carcere al "Nerio Fischione” di Brescia, ai vertici per sovraffollamento. “Mi manchi, anzi ci manchi molto da quando sei lì – si legge –. Io mi sono spenta, sono cambiata, anzi peggiorata perché ti hanno portato via da me. E da lì mi sono spenta, vorrei che ritornassi a casa, mi manca scherzare con te.
Senza di te mi spengo  Mi manchi  La lettera a papà recluso commuove il carcere

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