Niente pessimismo su quel plurale e tollerante Erdogan

Recep Tayyp Erdogan, a quanto pare nelle vesti del nuovo padrone, farà della Siria una nazione tollerante, plurale, aperta a tutte le culture e perfino alla libertà delle donne. Così dicono. E noi speriamo. Ma rispolverando i ricordi. Appena nell’agosto scorso, riguardo a Israele con cui pure ha rapporti diplomatici e che rappresenta in quelle terre i valori dell’occidente, il capo turco così si è voluto esprimere: “Ankara lavorerà con il popolo palestinese per impedire la giudeizzazione di Gerusalemme”; “Invito i musulmani di tutto il mondo a recarsi a visitare in massa la moschea di Al Aqsa, perché ogni giorno di occupazione rappresenta per noi un insulto”; “Israele è una nazione di assassini”. Sembrano frasi terribili in bocca a chi, come Erdogan, lascia immaginare un percorso moderno e addirittura liberale per la nuova Siria.
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