No ai leader creati a tavolino Scrive Merlo

Una delle differenze fondamentali tra la prima e la cosiddetta seconda repubblica riguarda il capitolo della selezione della classe dirigente. E, soprattutto, il capitolo della leadership politica. Se per svariati decenni, con la presenza dei partiti democratici, popolari, interclassisti e di massa il leader era quella persona – o quelle persone – che diventava punto di riferimento di una comunità attraverso l’impegno quotidiano, la concreta rappresentanza territoriale e il radicamento sociale, da ormai molto tempo i leader vengono creati e pianificati a tavolino. O, peggio ancora, sono gli stessi partiti che vengono pensati, ideati e prodotti nel laboratorio. Una deriva, e una degenerazione, che evidenziano la profonda crisi della politica e delle stesse classi dirigenti. Ne abbiamo avuto una prova concreta in queste ultime settimane a proposito del dibattito, un po’ surreale e un po’ virtuale, della ricostruzione di un Centro moderato e riformista all’interno della coalizione di sinistra e progressista.
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