Il destino di una donna Dai campi profughi a Pavia Emozioni tra le righe

"Avevo necessità di tirare fuori quella palla di fuoco che avevo dentro". La palla di fuoco alla quale si riferisce Sarah Mustafa, 45 anni, è racchiusa nelle pagine di un libro “La spia ha i capelli rossi” nel quale la donna racconta i suoi dieci anni trascorsi nei campi profughi. Nata a Pavia, quando aveva 6 anni, il padre originario di Hebron l’ha portata a vivere con la sua famiglia d’origine alla periferia di Amman. "È stata un’esperienza forte - ha raccontato Sarah -, a cavallo tra due mondi, due culture tanto diverse. Abituata agli agi di una bambina occidentale, mi sono ritrovata senza un lettino, un bagno, una vasca nella quale lavarsi, ma anche senza pasti garantiti perché il contesto era povero. Per giocare con altri bambini non c’erano i parchi, ci si doveva arrangiare per le strade sterrate e con fogne a cielo aperto.
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