Parole e musica Lo sfuggente connubio esaltato dal Novecento

Parola e musica: connubio affascinante, complesso, sfuggente. Dall’inizio dei tempi le due arti s’intrecciano, si amano, bisticciano, si sorreggono, si contraddicono. A volte predomina la prima, e la musica segue; talaltra s’impone la seconda, e la parola si sottomette. Immaginate un concertato d’opera: le Parole sono spesso incomprensibili a chi ascolta, mentre la musica v’invade e toglie il fiato. Oppure una cantata da camera del Seicento: tutte le Parole giungono chiare, sostenute e rinvigorite dai suoni. Nel Novecento, i linguaggi della tradizione entrano in crisi, si alterano, azzardano esperimenti, imboccano strade impervie e inesplorate: ed ecco che l’incontro-scontro di musica e parola trova espressioni inusitate. Un volumetto divulgativo, La lingua delle cose mute – il riferimento è a Hofmannsthal e alla Lettera di Lord Chandos – offre ai lettori esempi preclari di questo rapporto nel Novecento.
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