Al risotto manca il marketing

Passando in rassegna gli articoli – e qui è proprio il caso di dirlo – di food&wine usciti nella settimana, salta all’occhio un lungo pezzo apparso sul New Yorker. Protagonista: il risotto. Perché la rivista più autorevole e curata della Grande Mela, che ha ospitato e ospita alcuni dei più grandi scrittori e scrittrici, giornalisti e giornaliste, americane e del mondo, si occupa con un articolo molto lungo e documentato di tessere l’elogio di uno dei piatti principali della cucina italiana?Anthony Lane, l’autore, non è esattamente il critico enogastronomico che ci si aspetta, anzi. Sul New Yorker ha sempre scritto principalmente di cinema, ma con questo pezzo – intitolato nientemeno che “The Secret History of risotto” – Lane dipinge un dettagliatissimo omaggio al risotto, approfondendo non solo la storia, ma anche i passaggi chiave della ricetta (il brodo, la mantecatura, l’onda), gli ingredienti (uno su tutti: il burro) e alcune delle versioni più celebri e non (dal risotto giallo al risotto con l’Amarone).
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