In Giappone la frutta è un lusso… commestibile

Nel paese dove la perfezione è un’ossessione e la bellezza un imperativo categorico, persino un grappolo d’uva può costare più di un pregiato filetto di carne di Kobe. Non è l’incipit di una favola moderna, ma la realtà quotidiana del Giappone contemporaneo, dove la frutta ha trasceso il suo ruolo di semplice alimento per diventare un simbolo di status sociale e raffinatezza.La geometria del gustoImmaginate di entrare in una boutique di Ginza, ma invece di borse firmate e gioielli, trovate meloni perfettamente sferici che sembrano piccoli pianeti, confezionati in scatole di velluto come diamanti Cartier. Il prezzo? Un vertiginoso 200 euro per un singolo frutto. Le pesche, avvolte in carte di seta come preziose ballerine nel loro tutù, danzano nelle vetrine climatizzate a 30 euro l’una. Non sono semplici frutti: sono opere d’arte commestibili, scolpite dalla natura e perfezionate dall’uomo.
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