Il mondo fantastico di Tatiana Petri quando la figurazione diviene spunto per l’astrazione immaginativa

Scegliere di dare una propria personale versione dell’osservato, anche laddove si distacca completamente dalla realtà oggettiva, costituisce una caratterizzazione dell’espressività che mostra l’esigenza, da parte dell’autore di un’opera, a cercare di spostarsi su un piano parallelo a quello della contingenza, evadendo così da una dimensione contemporanea spesso troppo limitante o insoddisfacente per una sensibilità incapace di restare impigliata nelle pieghe della quotidianità. Nel momento in cui si manifesta questo tipo di esigenza rappresentativa la traduzione stilistica può vertere verso un linguaggio assolutamente singolare, proprio perché frutto di un’interiorità unica e distinta da quella di chiunque altro, esattamente come accade osservando le opere dell’artista di cui vi racconterò oggi, la quale conduce letteralmente l’osservatore all’interno di un mondo affascinante dove ciascun elemento della narrazione sembra avere una propria vitalità che esce dagli schemi per rientrare in quella soggettivizzazione appartenente ai sognatori.
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