La parola data valeva come un atto notarile

La parola, intesa come una promessa, oggi viene usata senza pensarci su, pronti a rimangiarsela alla prima occasione. Un tempo la parola pesava e valeva come un atto notarile. "Magnês la paröla", mangiarsi la parola, voleva dire venir meno alla parola data con perdita di credibilità. Ricredersi anche nel caso di "Esar in paröla" (Essere in parola) cioè aver preso un impegno a voce, comportava riprovazione e perdita di onorabilità, oltre che la fine di un’amicizia da parte di chi era stato tradito perché "Ciapê in paröla", pigliare in parola, voleva dire dare totale fiducia. Non c’era scusante per ricredersi perché "Sas tirat e paröla dêda i n’ s’ tira pió indrì" (Sasso tirato e parola data non è più possibile ritirarli).
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