Salis e Zaki la doppia morale di chi solidarizza con gli amici di Hamas

Il nemico del mio nemico diventa mio amico. Sarà per questo che le piazze rosse non si sono mai particolarmente indignate contro il regime degli ayatollah o a difesa delle centinaia di giovani donne uccise ed incarcerate in Iran. Niente di niente, nessun appello, nessuna esibizione di artisti ed intellettuali amati dalla sinistra, un silenzio di tomba. Più materia di editoriali che di vibranti proteste magari in qualche università, con tanto di bandiere date alle fiamme, e slogan incendiari. Eh si perché la repubblica islamica è da sempre il regista delle tensioni in Medio Oriente, la cassa di Hezbollah ed Hamas, loro si, eccome amiche delle piazze, con settimanali manifestazioni non autorizzate (ma benedette da Fratoianni e da Bonelli) per denunciare i crimini di guerra di Tel Aviv, e tanti saluti al 7 ottobre, «se lo sono voluti».
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