Il genio di Tillie Olsen Sogni angosce e vita delle persone comuni

Questa è una recensione complicata. Lo è perché l’opera in questione, Fammi un indovinello di Tillie Olsen, appena tornato in libreria dopo venti anni con una nuova traduzione, grazie a Marietti 1820, è troppe cose insieme per la sua esile struttura (164 pagine). Una raccolta di racconti di un’autrice nata in America da genitori russi, che ha attraversato quasi un secolo (è nata nel 1912, è morta nel 2007) interpretando i Sogni, le ambizioni e le barriere della working class. Politicamente impegnata, più volte in carcere, Olsen ha studiato con pervicacia, non potendoselo permettere, e ha esercitato la scrittura come mestiere in un mondo in cui neppure gli uomini (figuriamoci le donne!) se privi di una rendita potevano fare. Tillie Olsen è stata un genio. Per la capacità straordinaria di descrivere l’anima della classe lavoratrice e delle donne, e per la creatività inaudita adoperata nella sua forma di scrittura.
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