La guerra partigiana in Valsassina Ottant’anni fa l’agguato fascista Sedici morti venti deportati

Venerdì 29 dicembre 1944. È sera. Il Maggiore Mario Noseda, comandante della prima compagnia del 1° battaglione mobile della XI Brigata nera Cesare Rodini, della sua Como, impartisce l’ordine di avvio dell’attacco. All’alba del giorno seguente, sabato 30 dicembre, 36 partigiani vengono colti di sorpresa al Baitone della Pianca, sotto il Culmine San Pietro, tra Morterone e la Valtaleggio. Un’operazione preparata con cura negli ultimi quaranta giorni dai fascisti locali, con una serie di rastrellamenti preliminari. I 36 partigiani sono in gran parte della 55esima brigata Fratelli Rosselli o della ex 86esima Giorgio Issel. Tra loro anche alcuni giovanissimi. Uno prova a scappare dal retro, ma viene subito fermato e freddato nel prato antistante, prima con una raffica alle spalle, poi con un colpo di grazia.
La guerra partigiana in Valsassina  Ottant’anni fa l’agguato fascista  Sedici morti venti deportati

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