Quelle suore italiane vessate dalla Brexit

Questa ormai è la nostra casa, per adesso resistiamo, ma non sappiamo fino a quando sarà possibile». È un vulcano suor Erika Perini, l’ultima delle suore Operaie, rimasta a risiedere regolarmente nella città di Peterborough, a 50 minuti di treno da Cambridge, dove le famiglie di etnia mista sono ormai la maggioranza. La parlata veloce di chi ha sempre un sacco di cose da fare, il sorriso contagioso e rassicurante, suor Erika è arrivata in questa ex città industriale nel 2018, ma la presenza della sua congregazione risale agli anni Sessanta, quando un gruppo di consorelle vennero qui insieme ai primi italiani che migrarono nel Regno Unito per lavorare nelle industrie locali, impiegati perlopiù nel settore edilizio e in quello della costruzione delle ferrovie. Per decenni la congregazione ha fornito un supporto educativo ai figli di questi lavoratori, immigrati in un Paese che non conoscevano, con tutte le difficoltà che ne conseguono, creando un punto di riferimento per la nuova comunità che si stava formando.
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