La musica riscopra il mare dei nostri padri

Noi non ci sappiamo vestire, non ci sappiamo spogliare e non ci sappiamo raccontare nei bar davanti al mare». Ivano Fossati in “Questi posti davanti al mare” forse in pochi versi spiega bene qual è il rapporto tra lo scroscio dell'acqua e chi è nato e cresciuto in “Riviera”. Quella stessa riviera che si affaccia sul Mediterraneo che di fatto da qualche tempo nelle canzoni di casa nostra viene raccontato come “cimitero” dei migranti. Ecco, qui nessuno vuole negare il dramma delle migrazioni, nessuno vuol togliere alla musica il ruolo di declinare i nostri tempi, ma da qualche tempo la musica ha rimosso dalle parole e dagli intrecci dei testi proprio quel mare Nostrum che in tanti hanno saputo raccontare in passato lasciandoci il « conforto di una folata di scirocco mentre cantavano di «cuori d'avventura», di «gamberoni rossi che sono un sogno» mentre il «sole è un lampo giallo sul parabris», per dirla alla Paolo Conte che sognava mare di Genova.
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