Cronache dal Supercarcere Fossombrone come un inferno

C’è solo un modo per rendere l’idea di che libro sia “Quei giorni più lunghi. Fossombrone 1976 – 1981“ (Melchiorri Arti Grafiche, 2024) scritto da Aldo Maturo, il quale, provenendo dalla direzione del carcere di Rebibbia, diresse in quei cinque anni il famoso e famigerato Supercarcere di sicurezza di Fossombrone. Il paragone è azzardato ma è il solo che può rendere l’idea: come sarebbe inutile leggere “Iliade“ di Omero se non conoscessimo gli eroi protagonisti, così è per le pagine di Maturo, altrettanto piene di "eroi" e di "superuomini", ma quali espressione della delinquenza, del malvivere, del terrorismo, della sovversione, della malvagità, della volontà di operare il male. Aldo Maturo, nella sua veste di rappresentante dello Stato, non assurgerebbe a ben altra altezza di quella di un normale funzionario se noi lettori non sapessimo preventivamente che in quel "posto della dannazione" che fu il carcere di Fossombrone ebbe a che fare con gente come Notarnicola, Tucci, Petrovic, Peci, Bonavita, Liggio, Vallanzasca, il “Bel René“, Barra, Naria, Semeria, ed altre decine di personaggi che erano la massima espressione del potere terroristico, mafioso, di normale criminalità, di aperta lotta contro la società.
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