La Bibbia i datteri la prima sigaretta | Cecilia Sala racconta il carcere di Evin

Cecilia Sala ha trascorso 20 giorni in una prigione «dove avevo perso il senso del tempo, non sapevo più quando era giorno e quando era notte». Chiusa in una cella «stretta e alta, senza letto, con una lampada sempre accesa e una piccola finestrella sul soffitto da cui passava l’aria ma che neanche riuscivo a vedere». Mangiando datteri e poco altro, passati da una feritoia della porta. E senza conoscere l’accusa sollevata nei suoi confronti. Poi la svolta nella notte tra martedì e mercoledì 8 gennaio: il trasferimento nella sede dell’ambasciata italiana a Teheran. Poi l’aereo per riportarla a casa. La Repubblica oggi riporta alcuni dettagli della detenzione della giornalista romana nel carcere di Evin.«Ho chiesto una Bibbia»Dove non ha mai ricevuto i pacchi con i generi di conforto e la mascherina per poter dormire la notte approntati dall’ambasciata italiana.
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