Ilir Belliu una delle voci più tragiche della poesia albanese Traduzione di Arben Dedja

Ilir Belliu nacque a Còriza nel 1971 e si suicidò nei pressi di Tirana a trent’anni. In vita pubblicò una sola raccolta poetica, Vetmi me njerëz Solitudine con uomini (1992). Altri suoi libri sono stati pubblicati dopo la morte, attingendo dai manoscritti e dai testi apparsi su giornali e riviste, ma a tutt’oggi non esiste una pubblicazione organica e critica della sua opera. Come il titolo del libro, la sua esistenza fu un ossimoro tra l’individuo e la società: solitudine versus mondo senza senso (e perciò brutale). Orfano, omosessuale, senza lavoro fisso, molti strati di dolore si accumularono in lui fino alla tragica fine. L’unico alleato dentro il labirinto esistenziale – acuito nell’Albania degli anni Novanta del secolo scorso che, dopo la dittatura comunista, si ristrutturava politicamente e socialmente con molte pagine di storie tragiche – era la sua poesia: densa di metafore, vibrante d’elettricità, suggestiva, nel tentativo di disciplinare il caos.
Ilir Belliu una delle voci più tragiche della poesia albanese Traduzione di Arben Dedja

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