Un raviolo dal sapore di Georgia Ecco i khinkali mangiati per combattere l' ubriachezza

Georgia, terra di grande tradizione enologica. Lo sa bene Josko Gravner che tanti anni fa ne prese spunto iniziando a produrre vino in anfora, i famosi qvevri che hanno ispirato la produzione di molti, vera svolta 'filosofica' nel settore. Un territorio in cui è raro che si brindi senza vino. Ma si può mai ridurre un paese e la sua cultura enogastronomica semplicemente a questo? Sarebbe tanto riduttivo quanto ingeneroso, oltre che sbagliato. Basterebbe pensare a qualche pezzo forte del repertorio culinario Georgiano. Come i khink’ali, dei ravioli tanto prelibati da conquistare chi li assaggia anche al di fuori dei confini nazionali.Cosa sono i khink’ali?Forse in pochi li conoscono. Sarà che qualcuno li confonde con altre preparazioni, apparentemente simili. Identificano un tipo di pasta ripiena diffusa in gran parte del territorio caucasico (ne esiste una versione armena altrettanto squisita).
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