Le tasse ad Arezzo dopo la vendita a Firenze 1400

Nel 1400, ad Arezzo, vi erano numerose gabelle, ovvero imposte, riscosse direttamente dal Camerlengo, l’amministratore della comunità aretina, per tutta la vasta diocesi. Tra le principali tasse si annoveravano:La gabella delle porte della città e dei paesiLa gabella sui molini del granoLa gabella sulle bocche (imposta per ogni membro della famiglia, mirata a limitare la prole)La gabella sugli orti in cittàLa gabella sul bestiameLa gabella sui passeggeri in transito alle dogane di Monte San Savino, Ciggiano, Oliveto, Monterchi, Anghiari, Pieve Santo Stefano, Campi e RassinaLa gabella sul grano, sulle greggi, sulla farina, sul pane cottoLa gabella sui pesi e sulle misure utilizzate, sui banchi per la vendita al pubblico e persino per le cause legate a dispute civiliTali imposte, che gravavano pesantemente sulla popolazione, contribuirono a frenare la crescita economica della comunità aretina, pur favorendo i commercianti e i proprietari terrieri strettamente legati al potere di Firenze.
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