L’equilibrismo di Bruxelles nell’era del nuovo Washington consensus

Se il Nord Atlantico sembra allargarsi, l’Atlantico del sud prova a restringersi; e a una Via della seta interrotta, si sostituisce il corridoio economico India-Medio Oriente-Europa. La geometria degli scambi globali sta cambiando profondamente, sotto la spinta tettonica dei nuovi equilibri geopolitici e come reazione alle pulsioni neo-protezionistiche che si stanno radicando alla Casa Bianca. L’ascesa di Pechino come potenza economica e tecnologica ha indotto l’amministrazione americana, con un doppio passaggio di testimone da Donald Trump a Joe Biden e ritorno, a rivedere i fondamenti dell’approccio al libero commercio globale, per concentrarsi su un nuovo mix di misure protezionistiche, incentivi industriali e restrizioni agli investimenti e alle tecnologie.Questo “protezionismo 2.0” è solo la riscoperta di un approccio aggressivo agli scambi internazionali, oppure è una strategia per imporre un nuovoWashington consensus” incentrato sulla sicurezza economica, sulla difesa delle filiere critiche e sulla tutela della supremazia tecnologica statunitense? L’Inflation reduction act (Ira) e il Chips act rappresentano esempi concreti di una nuova stagione di interventismo economico.
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